Per ogni città o paese l'Archivio Storico costituisce uno dei beni più preziosi, perché è il luogo dove è conservata la memoria di quella comunità.

A scuola, attraverso i libri, si impara a conoscere la grande storia e gli eventi capitali che hanno cambiato il mondo. Anche l'Archivio Storico di un Comune è come un grande libro, che racchiude la traccia degli avvenimenti di quel paese attraverso i suoi documenti ufficiali e il racconto di episodi significativi che ne hanno segnato la storia. Testimonianze di fatti realmente accaduti.

Sfogliare le pagine raccolte in un Archivio Storico come quello di Parona è come aprire un vero e proprio scrigno delle meraviglie, che ci permette di conoscere cosa facevano un tempo uomini, donne e ragazzi nella vita di ogni giorno.

Già negli anni '50 si ha notizia di un intervento di riordino da una lettera della Soprintendenza Archivistica per le Provincie Lombarde, inviata al Sindaco di Parona e alla Prefettura di Pavia in cui il Soprintendente Manganelli scrive che "l'inventario ... non serve agli scopi voluti dalla legge ... Occorre pertanto che si proceda ad una distinzione degli atti almeno in fascicoli per anno e ad una descrizione del contenuto dei singoli fascicoli.".

Di questo primo inventario non rimane traccia nell'archivio comunale.

Successivamente è stato intrapreso il recupero dei documenti, ultimato nel 2009 grazie all'opera dell'archivista Emilia Mangiarotti e di una squadra di ricercatori che hanno catalogato migliaia di documenti a seconda delle epoche e degli anni, ma anche degli argomenti. Il lavoro svolto ha consegnato alla comunità paronese un patrimonio che è dovere di tutti custodire per non perdere le radici della comunità.

L'opera di riordino e di catalogazione è stata portata a termine in più fasi, in base ad un progetto stilato e approvato sia dalla Soprintendenza Archivistica che dalla Regione Lombardia, che ha finanziato in parte l'operazione.

Al momento dell'avvio dei lavori, la documentazione era collocata in alcune stanze della parte vecchia del palazzo comunale. L'intervento è stato articolato in diverse fasi quali la schedatura, l'ordinamento e l'inventariazione informatizzata. La schedatura ha permesso di individuare la struttura di insieme dell'archivio, per poi passare alla ricostruzione dei titoli e delle serie.

Sono stati realizzati due inventari: uno per la parte antica dal 1565 al 1814; l'altra per la parte ottocentesca dal 1814 al 1897.

La documentazione della parte antica è composta da 1.161 unità archivistiche suddivise in sezione antica (anni 1565-1800), sezione francese (1798-1814), periodo austro-russo (1799-1800) e registri (1665-1810).

Questo primo inventario è consultabile sul sito internet della Regione Lombardia, alla voce Lombardia Storica, dove sono già accessibili altri archivi storici della Lomellina.

Il secondo inventario è composto da 2.073 unità archivistiche suddivise in carteggio (1814-1897) e registri (1814-1897).

Il documento più antico dell'archivio comunale appartiene al titolo Grazia e Giustizia: Atti del Tribunale del Referendario di Pavia, Libro delle confische del 1565. Si tratta dell'Inventario dei beni sottoposti a sequestro di Francesco de Signorelli di Parona, imputato di omicidio nella persona di Andreina de Magioltis, redatto da... (seguono nomi dei funzionari), in cui troviamo un elenco degli averi confiscati all'accusato: una capanna di paglia con annessa una vigna di 3 pertiche, in affitto, una catena da fuoco con gancio, un vecchio cassone di legno e tre recipienti di legno.

Sulla documentazione dell'archivio comunale si sono svolte alcune mostre, con lo scopo di far conoscere il patrimonio contenuto in quelle carte e avvicinare i cittadini a eventi ormai lontani nel tempo.