Nome volgare
Biancospino
Nome latino
Crataegus monogyna
Famiglia
Rosaceae
Caratteristiche
Albero o arbusto a fogliame deciduo che può raggiungere i 10 metri di altezza; chioma globosa o allungata, irregolare di colore verde intenso; tronco sinuoso, spesso, ramoso dalla base; corteccia compatta di colore arancio-brunastro e rami scuri con spine acute (2 cm).
Foglie
Con base più o meno tronca e lamina a contorno ovale o romboidale (fino a 4 x 4 cm), con 2-4 incisioni profonde per lato; lobi con bordi paralleli e 2-4 denti all'apice, nervature divergenti; pagina superiore di colore verde intenso, inferiore più chiara; stipole a ventaglio.
Fiori
In densi corimbi eretti formati da 15-20 fiori, bianchi con cinque petali e un solo stilo, che emanano un denso profumo. Fiorisce in aprile-maggio.
Frutti
Pomi di circa 1 cm di diametro e di colore rosso intenso, con un solo seme; in densi grappoli. Hanno un sapore dolce e farinoso e sono molto appetiti dagli uccelli, anche perché sono tra i pochi alimenti disponibili durante l'inverno.
Habitat
Piuttosto termofilo ed eliofilo, concorre con il prugnolo e l'agazzino a formare folti cespuglietti nelle zone più aperte e spinose delle pinete, dove è abbastanza comune; predilige suoli calcarei ed ambienti ben illuminati, anche se poco ricchi di acqua e di sostanze nutritive. E' comune in tutto il territorio italiano in macchie, ai margini dei boschi e pendii erbosi.
Utilità
Il biancospino veniva spesso utilizzato per costruire siepi impenetrabili lungo i confini delle proprietà, per la sua rusticità e resistenza all'inquinamento viene talvolta utilizzato in parchi e giardini urbani.
Il suo legno, duro e facilmente levigabile, viene usato per produrre piccoli oggetti, come bastoni da passeggio, manici e parti di attrezzi, come i denti dei rastrelli; è anche un buon combustibile ed i suoi rami venivano usati per riscaldare rapidamente i forni, oppure raccolti in fascine per chiudere i buchi delle siepi.
Durante le grandi carestie del passato, le bacche venivano macinate e la loro farina aggiunta a quella del grano per la panificazione.
L'infuso dei fiori ha proprietà terapeutiche come cardiotonico, ed è utile contro insonnia, palpitazioni, arteriosclerosi; l'infuso delle bacche ha, invece, proprietà astringenti, utili soprattutto in caso di dissenteria.
In cucina i frutti del biancospino vengono usati per confezionare una delicata marmellata, mentre in campo cosmetico il bagno di biancospino è apprezzato per le proprietà rilassanti.
Osservazioni
Al biancospino è collegata una farfalla diurna bianca con nervature nere sulle ali, Aporia crataegi, appartenente alla famiglia dei lepidotteri pieridi, che hanno la caratteristica di avere antenne clavate. Le larve di questa farfalla si cibano delle foglie del biancospino fino a defogliare completamente i rami.
Curiosità
Riferimenti al biancospino si trovano nella tradizione cristiana, in cui si narra che Maria, fuggendo in Egitto, avrebbe trovato riparo proprio in un biancospino.
Secondo altre culture, il biancospino verrebbe risparmiato dai fulmini, allontanerebbe i serpenti, i rospi e parassiti ed, inoltre, le avversità dai raccolti.
Nella poesia di Giovanni Pascoli "Oh Valentino!", il riferimento al biancospino come primo fiore della primavera è molto suggestivo.
I Greci erano soliti ornare gli altari durante le cerimonie matrimoniali con i rami fioriti del biancospino; i Romani ne facevano torce nuziali, segni evidenti, questi, che i matrimoni venivano celebrati soprattutto all'inizio della primavera.