Nome volgare
Quercia farnia
Nome latino
Quercus robur (o peduncolata)
Famiglia
Fagaceae
Caratteristiche
Albero molto longevo (fino a 800 anni) e maestoso, può raggiungere anche i 50 metri di altezza. Ha un tronco robusto, ricoperto da una corteccia crepolata secondo linee sinuose ripetutamente ramificate.
Foglie
Le foglie sono obovate, grandi e con incisioni poco profonde, dotate di due orecchiette poste all'intersezione del corto picciolo; sono caduche e meno coriacee di quelle sempreverdi.
Fiori
Come in tutte le altre querce, i fiori maschili sono degli amenti giallastri penduli (5-6 cm), quelli femminili, insignificanti, all'ascella delle foglie, portati sulla stessa pianta. Fiorisce in aprile-maggio.
Frutti
Ghiande, riunite in gruppi di due-quattro, sorrette da un picciolo molto lungo.
Habitat
E' la quercia più diffusa in Europa. Cresce nei boschi con terreni profondi, fertili, umidi, soprattutto nelle piane alluvionali, con preferenza per i terreni acidi, ma senza ristagni d'acqua a livello delle radici.
Utilità
Il suo legno, di colore bruno chiaro, meglio conosciuto con il nome di "rovere di Slavonia", è il più pregiato di tutte le querce. Viene ricercato ed utilizzato per costruzioni navali ed edili, travature per il colmo dei tetti, mobili, pavimentazioni, traversine ferroviarie, rivestimenti; vengono fabbricate, inoltre, le botti per l'invecchiamento dei vini pregiati e liquori. Dal legno non utilizzato per questi scopi si ottiene un ottimo combustibile e se ne ricava anche un ottimo carbone.
La corteccia forniva quantità elevate di tannino per la concia delle pelli, e da essa derivavano coloranti gialli, bruni e neri.
Dalle sue ghiande si otteneva un surrogato del caffè, ed in carestia la farina delle ghiande stesse veniva usata per la panificazione.
Di alcune parti dell'albero venivano inoltre sfruttate in passato alcune capacità terapeutiche. Con decotti di corteccia ed anche di foglie di quercia farnia, che possiedono caratteristiche astringenti, possono essere curate l'incontinenza urinaria, la diarrea, le emorroidi ed in veterinaria, possono essere curate piaghe e rogna. Il Mattioli scriveva così delle querce e delle loro virtù: "...Ogni quercia ha virtù costrettiva, e massime quella corteccia sottile che è tra la grossa corteccia, e il legno: e così medesimamente quella pellicina sotto il guscio delle ghiande. Dassi la decottione loro nei flussi disenterici, e stomachali e allo sputo del sangue... Tenute le foglie fresche della quercia sopra la lingua, curano gl'ardori dello stomaco. L'acqua piovana, che resta nelle concavità delle quercie vecchie, sana lavandosene, la rogna ulcerata...".
Osservazioni
Questo albero, che dominava i boschi della Valpadana, fu tagliato e sradicato dalle aree originarie per guadagnare terreno coltivabile; uniche eccezioni furono i boschi dove venivano fatti pascolare i maiali, che si cibavano delle sue ghiande; infatti, queste erano, in passato, uno degli alimenti base dei suini; questi venivano allevati allo stato semibrado in Valpadana, proprio per l'abbondanza dei boschi di querce farnie; il considerevole numero di maiali era tale di dargli la denominazione di nimàal, cioè l'animale per eccellenza.
Curiosità
La Quercia farnia è detta anche Albero di Giove e a lui era consacrata; la mitologia narra che quando gli uomini si cibavano con la carne umana, Giove indicò loro le ghiande della quercia come fonte di cibo e da quel giorno fu dedicata a lui e grazie alle sue ghiande detta Albero felice.
Le querce furono anche le prime chiese, perché sotto di esse si radunava il popolo per celebrare sacri riti, per assemblee, per apprendere la sapienza dagli anziani.