Il riso è una pianta che proviene dai paesi orientali con clima tropicale, per cui necessita di particolari condizioni di temperatura ed umidità.
Le prime notizie sulla coltivazione del riso in Lomellina risalgono alla fine del XV secolo; tuttavia, anche se la particolare conformazione del terreno, ricco di acque superficiali e poco profonde, si è rivelata subito adatta alla coltivazione, la diffusione delle risaie è stata per lungo tempo limitata. Dal XIX secolo, con la costruzione del canale Cavour, la coltivazione si è andata sempre più affermando ed oggi copre buona parte del territorio coltivato con una produzione decisamente superiore al passato (dai 18 agli oltre 60 quintali per ettaro).
L'antico ciclo della coltivazione del riso, basato sul trapianto del cereale in campi prima utilizzati per altre coltivazioni, con una continua rotazione, e la pulizia ad opera delle mondine, è ormai solamente un ricordo. Di questo personaggio, ormai scomparso, è rimasto vivo il ricordo per il duro lavoro che svolgeva e per l'allegria che portava in queste terre durante i quaranta giorni annuali dedicati al trapianto ed alla monda del riso.
La sua coltivazione richiede una preparazione accurata dei terreni che vengono arati e livellati. Questa operazione, ora effettuata con sofisticate apparecchiature che utilizzano raggi laser, richiedeva parecchio tempo: nel passato, infatti, un gruppo di uomini modellava gli argini delle risaie, ed il fondo veniva spianato con un pesante piano di legno trainato dai buoi. Nel mese di aprile, prima della semina, i terreni vengono allagati fino a 10/20 cm. per assicurare la protezione termica del chicco.
Da qualche decennio è stata introdotta una variante nella coltivazione risicola che consiste nel poter seminare e diserbare il riso direttamente sul terreno asciutto. Solo dopo un mese circa viene allagata la risaia; questo permette di non dover pressare il terreno e di non usare subito l'acqua, consentendo un risparmio all'agricoltore.
Nell’acqua, le verdi piantine crescono libere dalle erbe infestanti grazie a diserbanti ed erbicidi, fino a trasformarsi, a settembre, in lunghi steli con spighe ricche di chicchi dorati. E' questo il periodo in cui le moderne mietitrebbie scendono con pesanti cingoli nelle risaie ormai asciutte e tagliano le piante, separando già i chicchi dalla paglia. Il prodotto, chiamato in questa fase "risone", viene quindi essiccato e solo allora può passare alle riserie per essere preparato al consumo alimentare.
Le qualità di riso che vengono coltivate nella nostra zona sono: il selenio, l'indica e il balilla, che sono riso comune; il sant'Andrea, che è un riso semifino; il baldo, che è considerato un superfino.