L'agricoltura

Benché l'opera di risanamento delle vaste aree paludose che ricoprivano il nostro territorio abbia avuto inizio nel medioevo, solo nel XIX secolo, a seguito della costruzione di una intricata rete di cavi per l'irrigazione, l'agricoltura si sviluppò in maniera considerevole. Dal 1850 fu adottato il sistema della rotazione quinquennale delle colture: un anno il frumento, tre anni il prato, un anno il granoturco; la coltivazione del riso invece si effettuava per vari anni consecutivi.

L'essiccatoio Nel 1914 si costituì la "Cooperativa Agricola" ed i proprietari terrieri fecero costruire un grande essiccatoio (nella foto a lato), ora sede di una tipografia, per essiccare i cereali prodotti.

Nel 1922, dopo varie vicende, fu fondata la società cooperativa "Associazione Irrigazione Est Sesia", tuttora operante, che ebbe ed ha la concessione delle acque demaniali tra Sesia, Ticino e Po.

Le coltivazioni tipiche della nostra zona attualmente sono il riso ed il mais, unita alla ancora diffusa pratica della pioppicoltura. In passato erano presenti anche il frumento, le marcite e, seppur in misura minore, il miglio e la segale. Anche a Parona di trovavano quelle opere dell'ingegno umano che hanno permesso per secoli la macinazione dei cereali: i mulini.

Il commercio

Fino a qualche decennio fa erano parecchi gli esercizi commerciali che si trovavano nel nostro paese. In particolare i negozi alimentari erano quelli più frequenti. Con l'avvento della grande distribuzione molti negozi hanno cessato l'attività e non tutti sono stati sostituiti; con essi però scompare anche quel poco di vita che animava di giorno anche le vie cittadine.

A Parona è attivo un vasto ipermercato, che contiene circa quaranta esercizi commerciali e che impiega circa duecentocinquanta addetti.

Nei pressi di questo centro commerciale è stata costruita una multisala cinematografica con sette sale di proiezione.

L'artigianato e l'industria

Numerosi erano, fino agli anni sessanta-settanta, gli artigiani che provvedevano alle necessità della comunità producendo oggetti di uso domestico: sarti, fabbri, falegnami, muratori, fornai, mugnai, tessitori, zoccolai, fornasari. Ora, però, il progresso ha portato con sé anche la scomparsa di tutti questi mestieri.

Ogni anno, in una manifestazione organizzata dalla Pro Loco e denominata "Parona téra böna”, per le vie del paese viene rievocata una buona parte di questi antichi mestieri con personaggi in costume e l'uso degli attrezzi utilizzati in quegli anni.

Negli anni '70 cominciarono ad insediarsi nel territorio di Parona, forse attirati anche dalla vicinanza della linea Mortara-Milano, complessi artigianali ed industriali che operano in diversi settori; ad oggi ci sono più di venti laboratori artigianali, in modo particolare, oltre ai forni per la produzione di Offelle, trovano ampia rappresentanza le officine meccaniche, e vi sono due imprese edili, una tipografia ed un salumificio.

Nel campo industriale trovano spazio una decina di impianti medio-grossi, tra i quali vi sono due fonderie: una per la lavorazione della ghisa e una per la lavorazione dell'alluminio. Sempre nella zona industriale del paese troviamo una società che smista tubi metallici, una ditta che produce vernici e un'industria chimica.

Il termoutilizzatore

Nella zona tra la stazione ferroviaria e la cascina Scoglio trova collocazione l'impianto di termovalorizzazione, costruito per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti.

Quando giungono nell'impianto, i rifiuti vengono per prima cosa selezionati e divisi: la parte cosiddetta "umida" (scarti alimentari, tagli d'erba, ecc.) viene inviata nell'impianto di compostaggio, un grosso capannone dove i materiali rimangono per 40-60 giorni e vengono stabilizzati, ovvero privati di acqua e delle componenti che generano odori molesti; la parte cosiddetta "secca" viene in parte riciclata (materiale ferroso, alluminio, ecc.) e in parte inviata al forno di incenerimento (carta, plastica, legno, ecc.).

Il calore prodotto dalla combustione viene utilizzato per alimentare una caldaia che trasforma l'acqua in vapore; quest'ultimo viene poi convogliato a una macchina chiamata "turbina a vapore" per la produzione di energia elettrica.

Attualmente (anno 2010) l'impianto, che ha iniziato la sua attività nel 1999, è costituito da: